Riflessioni estive
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una frase “Che titolo daresti a questo capitolo della tua vita?”. L’ho trovata interessante, condensare in poche parole emozioni, sentimenti, relazioni, attività, progetti, obiettivi, ecc. non è per niente semplice. Considerando che per me, come per molte altre persone che conosco, la vita professionale procede a stretto contatto con quella personale, perché non risponde a questa domanda anche sotto l’aspetto lavorativo?
Vi invito a farlo come esercizio mentale, è un bel viaggio introspettivo che dovremmo farci tutti ogni tanto.
Ho parlato con molte persone interessanti in questi ultimi mesi in ambito professionale, ho sentito vari punti di vista e racconti di come stanno andando le cose. Questo mi sta dando un quadro generale di come si stia muovendo il modo legato alla fotografia, alla produzione dei contenuti, le grandi agenzie e di conseguenza anche la parte di post produzione.
La sensazione del quadro generale che mi sono fatto paragonabile a quando si calpesta per sbaglio un formicaio, o si scuote un nido di vespe “un vespaio”. Attività frenetiche, nervose, insicurezza, caos e uno stato di allarme prolungato. L’instabilità economica delle persone, gli e-commerce che sono in discesa libera dopo il picco e le stime drogate dall’effetto post pandemia, il settore del lusso in crisi mistica, i tassi alti sono solo alcuni fattori che stanno creando un contesto molto complesso da capire e da gestire per tutti gli attori coinvolti nella comunicazione e nella produzione dei contenuti.
La non prevedibilità del mercato, nel breve e nel lungo periodo, la contrazione costante dei budget sta rimescolando gli equilibri del settore. Pensavo che grazie all’evoluzione degli strumenti (hardware e software) e della tecnologia in generale (IA in primis) la qualità generale si sarebbe alzata. La mia curiosità era capire con quale curva temporale e a quale livello sarebbe successo. Le cose però in questo momento non vanno per nulla così, la qualità in molti casi si sta riducendo, è pazzesco stiamo tornando indietro.
L’abbastanza va bene per la maggior parte delle persone, questo legato anche ai budget a disposizione. Non si lavora più per alzare il tiro, stiamo toccando il lato opposto “piuttosto di nulla va bene così”.

Sempre più spesso i progetti di produzione vendono inglobati in progetti molto più ampi dove la parte commerciale ha grosse difficoltà di analisi, percezione e di conoscenza delle fasi di tecniche e dei costi che andranno sostenuti. Il pattern è quasi sempre lo stesso: il budget del cliente è basso → il lavoro bisogna portarlo a casa per forza → per la parte di produzione di contenuti qualcuno lo troviamo, di freelance affamati ce ne sono → per la post ho sentito che con qualche euro in Bangladesh fanno tutto. L’importante è fare il minimo indispensabile per non ricevere lamentele dal cliente e staccare la fattura. Cliente inquadrato nella cornice “tanto non sa notare le differenze e la qualità, inutile perdere tempo”.
L’instabilità porta inevitabilmente a guardare al domani e non al dopodomani. Portiamo a casa il progetto, chiudiamo il prima possibile e fatturiamo. Tutto quello che va oltre non viene più di tanto considerato. Vedo sempre più raramente progetti con obiettivi a lungo termine, strutturati e pensati nei minimi dettagli. Non si possono più chiedere i piccoli margini di sicurezza dei budget. Non si ragiona pensando al contesto, alle performance, a creare contenuti di qualità per posizionare i brand nel lungo periodo. Vedo aziende concentrate a raccattare contenuti perché “bisogna postare tre volte a settimana” cercando di capire qual è l’orario migliore.
Chiaro che se non ci sono soldi che girano, se negli ultimi anni le aziende hanno investito male basandosi sui dati e-commerce falsati degli ultimi anni ci sia ben poco da fare per “alzare” i budget a disposizione, quello che però vedo facendo formazione e consulenza sono situazioni estremamente inefficienti nei flussi di lavoro.
In questo momento storico bisogna lavorare moltissimo sui processi e sulla loro efficienza, tenendo ben a mente che i momenti di crisi di un settore portano spesso al suo appiattimento in termini di visione e posizionamento, innescando un circolo vizioso peggiorativo che bisogna evitare in tutti i modi.
Digital Spectrum è una newsletter gratuita che scrivo dal 2022 dove tratto temi che rappresentano il presente e il futuro dell’industria della content creation digitale.
Sono un esperto di gestione colore, postproduzione fotografica e ottimizzazione delle immagini in ambito digital. Sono socio fondatore di PixelFactory, uno dei principali studi di postproduzione fotografica in Italia. Mi occupo di postproduzione fotografica e affianco come Digital Tech i fotografi sul set.
Formo e affianco agenzie di comunicazione, web agency, studi di produzione e professionisti sulla corretta gestione del colore e l’implementazione di flussi di lavoro sicuri ed efficienti per la gestione delle immagini. È attivo il corso sulla gestione colore nel digital per agenzie creative.
Se vuoi contattarmi per una consulenza, per organizzare corsi di formazione nella tua azienda o per un preventivo di postproduzione o assistenza sul set utilizza questo form di contatto.
Per tutte le informazioni manuelbabolin.com