L’abbastanza va bene per la maggior parte delle persone
Ciao, sono Manuel, esperto di gestione colore, postproduzione fotografica e ottimizzazione delle immagini in ambito digital.
Se è la prima volta che leggi questa newsletter e vuoi iscriverti, puoi farlo qui
Altrimenti, cominciamo.
Lezione sull’intelligenza artificiale
La scorsa settimana ho tenuto una lezione sull’intelligenza artificiale legata alla fotografia per gli studenti del corso di studi Magistrale CIELS.
Mi trovo spesso a parlare di intelligenza artificiale in molteplici ambiti della fotografia e della postproduzione, ma preparare una lezione universitaria mi ha messo davanti alla necessità di scremare e dare un filo logico all’infinità di argomenti che ci sono a riguardo e non è stata una cosa così scontata da fare.
Gli esempi, i casi studio le implicazioni sociali e in certi casi filosofiche generalmente portano (purtroppo) a un flusso di pensieri con risvolti negativi e problematici. Sono un early adopter inside, mi piace sperimentare e capire dove i dispositivi e le nuove tecnologie possono arrivare per “semplificarci” la vita. Contemplo uno scatto fatto con un dorso Phase One XF IQ4 e allo stesso tempo non viaggio mai con una mirrorless nello zaino perché mi piace sperimentare spingendo al limite la fotografia computazionale del mio iPhone Pro. Avere in tasca un flusso di scatto, sviluppo ProRAW e visualizzazione wide gamut e HDR per me è incredibilmente soddisfacente. Ha tanti limiti, si certo, ma anche altrettante opportunità.
Cerco di applicare lo stesso approccio in tutte le novità tecnologiche che mi trovo davanti compresa l’intelligenza artificiale che sicuramente ricade si nelle “novità” di questi ultimi anni ma anche nel tag “rivoluzione” perché è evidente che di questo si tratta. La mia più grande sfida interiore è quella di eliminare tutti i bias personali dovuti al mio lavoro e quelli generali della società.
Non è semplice, per niente. L’evoluzione dell’IA nella fotografia (ma anche negli altri settori) è incredibilmente veloce, come specie umana non abbiamo mai visto una rivoluzione così veloce e impattante in ambito lavorativo, e sono convinto che uno dei principali nodi da sciogliere sia proprio questo. La democratizzazione troppo veloce di molte attività porta all’impossibilità di ricollocare le figure non più indispensabili.
Il piatto dei pro ha un bel po’ di cose al suo interno, quello dei contro è dannatamente pieno. Sto cercando di allargare il campo visivo per riempire quello dei pro, ma faccio molta fatica, per farlo dovrei accontentarmi di moltissime cose e scendere a tanti ma tanti compromessi. Questa visione non è nelle mie corde, migliorare un servizio o un prodotto guardando avanti nel tempo non si sposa con l’aggiungere compromessi o scendere di qualità.
Più vedo e analizzo l’utilizzo dell’IA nella fotografia, leggo news, commenti e pareri a riguardo, più mi rendo conto di non essere in linea con quello che sta accadendo. A quanto pare “l’abbastanza” va bene per la maggior parte delle persone e io sto sbagliando metro di misura. Questo è un enorme problema, perché non si parla di sola visione personale ma di un riscontro economico notevole a livello lavorativo. La ricerca, lo studio, la formazione interna che facciamo in PixelFactory per portarci a livelli sempre più alti è insensata se il livello di quello che viene richiesto sta scendendo (a causa dell’utilizzo dell’IA) oppure questo dovrebbe essere proprio il trigger che dovrebbe portarci a dividere i due approcci? L’elefante nella stanza ovviamente è il budget, e per il quadro socio-economico che abbiamo davanti di scuro la situazione non è delle migliori.
Per generare immagini di campagna il costo non è comparabile, ma i compromessi sono tanti. L’asticella dell’accettabile a quale altezza la posizioniamo? Il livello a cui mi sembra fissata ora lo reputo troppo basso, ma forse è solo una questione di tempo, nei prossimi anni l’IA farà ulteriori passi in avanti. Forse è solo un problema momentaneo e passare per i “fighi rivoluzionari” che utilizzano l’IA nella fotografia commerciale è più importante del risultato.


Qualche giorno fa è uscita in copertina una foto di Sofia Goggia con due piedi sinistri ed è scoppiato (giustamente) uno scandalo mediatico, commentato così dal fotografo:
Mi è accaduto un incidente con la copertina di 7 su Sofia Goggia. Il mio postproducer ha deciso di sostituire un piede che aveva una posizione meno bella con un altro, a mia insaputa, e ha sbagliato. Purtroppo avrei dovuto verificare ogni singolo fotogramma ma stavo partendo per la Terra del Fuoco, dove mi sono imbarcato sull'Amerigo Vespucci, un viaggio di due settimane che non mi ha dato modo di controllare il suo lavoro con l'attenzione necessaria. [..]
Tralasciando che tutti possono sbagliare e che “avrei dovuto verificare ogni singolo fotogramma ma…” ma se devi farlo vuol dire che stai affidando il tuo lavoro a qualcuno che non è all’altezza (e nel mondo della post fatto da tanti cugggini è un gran classicone) l’immagine della campagna ADV di GTA con teste di pecore aliene risucchiate da qualche forza oscura non va solo bene, è anche da spingere con articoli su Engage o Inside Marketing. E non è un’immagine che è scappata, tutte le immagini della campagna hanno errori grossolani. Errori che magari potevano essere risolti con una postproduzione classica ma non è stato fatto. A quanto pare va bene così. Se avessi consegnato immagini composte con galline senza testa, pappagalli senza becco, teste deformate all’inverosimile sarei giustamente senza lavoro. Qualcosa in tutto questo non mi torna, o forse il giudizio di una valutazione oggettiva di un’immagine generata dall’IA ha un metro diverso da quello che ho in tasca io.
Come ho detto in conclusione della lezione, ho più domande che risposte riguardo a questo tema. Possiamo solo analizzare in modo oggettivo i fatti e cercare di portarci a casa quante più informazioni e deduzioni possibili.
Queste sono alcune considerazioni che ho raccolto nel tempo e che ho condiviso con gli alunni:
Non ci si gode più le immagini perché si è concentrati a capire se sono vere o no.
Viviamo nel mondo degli estremi, è tutto polarizzato. Discutere di quello che sta nel mezzo implica uno sforzo cognitivo per valutare e capire.
Non siamo più in grado di distinguere l’autenticità delle cose.
Per generare una foto IA devi passare per una descrizione testuale. Mettere per iscritto una creatività è un limite devastante.
Ricevere dei like/commenti su un’immagine generata con l’IA che soddisfazioni ci dà?
Nel B2B non puoi parlare di autenticità dei prodotti e uscire con immagini IA.
Quando tutti useranno l’IA per generare immagini perché costa poco, che valore avrà il contenuto?
La lezione si è conclusa con una mia domanda agli alunni: voi che siete un’altra generazione, che ora avete 20 anni o poco più come vedete e percepite l’intelligenza artificiale? La risposta data da una studentessa è stata: “Ne sento parlare in continuazione non se ne può più e dall’altra parte sono spaventata da quello che verrà perché non si riesce più a capire quello che è reale da quello che non lo è, e questo è pericoloso” (riferito specialmente alle immagini di cronaca).
Credo che “l’abbastanza bene” traslato in “wow” perché veloce e a basso costo, a discapito della cura e della qualità, stia appiattendo tutto e che questa rotta non porti alcun miglioramento nella fotografia e più in generale nella vita. Sono certo che il piatto dei pro si riempirà, dobbiamo capire solo a quale costo.
Digital Spectrum è una newsletter gratuita che scrivo dal 2022 dove tratto temi che rappresentano il presente e il futuro dell’industria della content creation digitale.
Sono un esperto di gestione colore, postproduzione fotografica e ottimizzazione delle immagini in ambito digital. Sono socio fondatore di PixelFactory, uno dei principali studi di postproduzione fotografica in Italia. Mi occupo di postproduzione fotografica e affianco come Digital Tech i fotografi sul set.
Formo e affianco agenzie di comunicazione, web agency, studi di produzione e professionisti sulla corretta gestione del colore e l’implementazione di flussi di lavoro sicuri ed efficienti per la gestione delle immagini. È attivo il corso sulla gestione colore nel digital per agenzie creative.
Se vuoi contattarmi per una consulenza, per organizzare corsi di formazione nella tua azienda o per un preventivo di postproduzione o assistenza sul set utilizza questo form di contatto.
Per tutte le informazioni manuelbabolin.com