Adobe Content Authenticity
Dalla verifica LinkedIn alle preferenze AI, un’unica web app per firmare le immagini contro deepfake e copia-incolla.
Parlo del progetto Content Authenticity Initiative dal 2019 quando è stato presentato sul palco dell’Adobe MAX. Ne ho parlato più volte in questa newsletter, ho scritto molti post, articoli (uno uscito anche su FOTOCult) e ne ho parlato anche durante le lezioni fatte agli studenti del corso di studi Magistrale CIELS.
É inevitabile non citarlo quando si parla di fotografia, AI e la necessità di capire l’autenticità delle immagini che vediamo specialmente in contesti molto delicati. C’è un bisogno evidente di uno strumento che permetta a fotografi e produttori di contenuti di “firmare” in modo sicuro e duraturo le proprie creazioni in modo da garantire la paternità ma non solo, dare anche la possibilità a chi visualizza questi contenuti di capire l’autenticità in modo semplice. Questo progetto è di fatto l’unico che è riuscito negli anni a crescere e a creare un sistema affidabile e a coinvolgere 4.500 realtà del settore. Perché sono qui a parlarne di nuovo? Beh, è uscita una grande novità!
Il 24 aprile 2025 Adobe ha lanciato la beta pubblica di Content Authenticity, un’app web gratuita che ti permette di “firmare” digitalmente le immagini con metadati crittografati, i Content Credentials, resistenti anche agli screenshot o alla rimozione dei metadata da parte delle piattaforme.
Se prima la “firma”, ovvero i metadati necessari per certificare un’immagine, dovevano essere inseriti o dalla macchina fotografica compatibile o tramite Photoshop ora è possibile farlo direttamente dal sito contentauthenticity.adobe.com anche fino a 50 file JPG o PNG alla volta.
L'identità verificata di LinkedIn
LinkedIn gioca un ruolo chiave in tutto questo. Dopo essere entrato nel progetto tempo fa, sta ora ampliando il suo sistema di verifica dell’identità, consentendo a siti e piattaforme esterne di integrare la verifica LinkedIn senza dover sviluppare una propria soluzione. Tra le prime aziende ad adottare questa integrazione c’è proprio Adobe, che ha inserito la verifica LinkedIn in questa nuova app Adobe Content Authenticity.
LinkedIn dichiara che oltre 80 milioni di persone si sono verificate nella piattaforma, vi confido che è stata una delle prime cose che ho fatto appena ho rinnovato il mio passaporto. Questa verifica è semplice, veloce ma anche molto sicura, infatti richiede all’utente di avere un passaporto recente (passaporto elettronico) dotato di chip NFC e uno smartphone in grado di leggere questi chip (ormai la maggior parte degli smartphone sono in grado di farlo). La procedura è velocissima e si fa tramite l’app di LinkedIn, verrà richiesto di appoggiare il passaporto allo smartphone per la lettura dei dati e di fare una scansione del volto per validare il tutto. Questo non solo è valido per avere il badge “verificato” all’interno della piattaforma ma ora può essere sfruttato anche per altri servizi, come ad esempio Adobe.
Come funziona Adobe Content Authenticity
Il servizio è molto semplice:
Fai accesso con il tuo account Adobe
Verifica la tua identità tramite LinkedIn (ovviamente l’account LinkedIn deve essere verificato)
Collega i tuoi account social che verranno aggiunti alle tue informazioni di contatto (facoltativo). Sono disponibili Behance, LinkedIn, Instagram e X (Twitter) ma ne saranno aggiunti altri.
Carica le tue immagini da “firmare”
Oltre alle informazioni sull’autore, è possibile attivare l’informazione che etichetta il contenuto come non utilizzabile per l’apprendimento dei motori di AI generativa. Sul fatto che questo venga preso in considerazione è da capire, abbiamo visto in passato cos’è successo, ma spero che in futuro questo aspetto sia regolamentato più duramente e preso in considerazione.
Oltre a certificare i nostri contenuti è presente la sezione “Inspect” che permette di caricare immagini o screenshot per verificare se sono associate delle informazioni Content Credentials. Questa operazione può essere resa semplice e immediata tramite l’apposita estensione per il browser (per ora solo per browser basati su Chromium).
Una volta caricate e firmate le immagini potremmo scaricarle e utilizzarle. Ad esempio LinkedIn è in grado di riconoscere la presenza dei metadati Content Credentials e visualizza l’iconcina “Cr” in alto a sinistra.
In questi ultimi mesi mi sembra di aver notato un interesse crescente e una spinta notevole da parte di molti player del settore ad aderire al progetto. Visto il momento storico non è difficile capire il perché. Adobe prossimamente amplierà il supporto alle varie applicazioni della Creative Cloud coinvolte nel processo di elaborazione ed esportazione delle immagini. Speriamo di vedere presto l’adozione anche da parte di altri software, in primis Capture One.
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Vero! Spero di vedere tutto questo anche negli altri software principali; ormai è un must che non può essere escluso.