Fotografia senza fotografi?
Capture One ha rilasciato il nuovo aggiornamento con il pannello "Ritocco".
L’8 maggio Capture One ha presentato le novità che sono arrivate prima con la beta pubblica e ora con l’aggiornamento ufficiale del software. L’hype era molto alto viste le comunicazioni che avevano rilasciato nelle settimane prima dell’evento. Senza girarci tanto attorno di fatto le novità sono “solo” due ma sono molto impattanti nel lavoro quotidiano. Ci arriviamo fra poco.
Prima vorrei soffermarmi sull’introduzione fatta dal CEO Rafael Otter, discorso molto breve ma che fissa dei punti fondamentali sulla visione interna dello sviluppo di Capture One. Trovate la live integrale qui 👉 Online Event | NEXT CAPTURE
Ho estrapolato qui sotto il punto focale del discorso.
[…]tanti pensano che siamo un’azienda software e tecnologica. Noi invece pensiamo a Capture One come un’azienda di fotografia[…] (specialmente in questo periodo dove c'è una certa incertezza sul futuro della fotografia)
[…]ci sono persone che sembrano avere una visione del futuro dell'arte senza artisti, della musica senza musicisti, dei film senza produttori, dei libri senza scrittori, del codice senza ingegneri, e della fotografia senza fotografi. Questa non è una visione che condividiamo, pensiamo che sia una visione oscura, brutta e spaventosa e francamente inaccettabile.[…]
In questo momento storico prendere una posizione su questi temi non è per nulla scontato. Ma credo che in certi casi sia doveroso verso i propri clienti. E quello che ha detto Rafael lo condivido fino in fondo. Tutte le energie e le risorse in Capture One sono e saranno focalizzate a sviluppare un software per migliorare e rendere più efficiente il flusso che parte dalla lente e arriva al display. Nel discorso è stata usata proprio il termine “lente” volendo sottolineare, senza dirlo, il fatto che si parte da una macchina fotografica non da un prompt.
Non posso che essere felice di questo approccio, basta e avanza Adobe che continua a inserire strumenti AI pensati per chi non ha competenze. È frustrante vedere che la maggior parte degli sforzi è pensata per aggiungere strumenti per rendere Photoshop sempre più alla portata di tutti tralasciando i professionisti. Capisco che i professionisti già lo pagano e se vuoi fare più soldi devi pescare nel lago di chi ancora non ha una licenza. Ma di nuovo, è frustrante per chi come me lo usa per lavoro e, nonostante le infinite richieste, alcune funzioni ancora non ci sono e credo che mai arriveranno. Nella prossima release arriverà il nuovo pannello azioni, ci sarà la possibilità di chiedere “aumenta il contrasto della foto” e magicamente Photoshop aggiungerà un livello di regolazione aumentando il contrasto. Ecco di questo sto parlando.
Tornando a Capture One sono veramente felice che la strada e la posizione dell’azienda sia quella di rimanere al fianco dei fotografi e dei professionisti. I tre pilastri menzionati sono: collaborazione, qualità ed efficienza. Durante la live sono stati snocciolati alcuni dati che mi hanno impressionato proprio su questi tre temi:
400 le camere connesse a Capture One ogni minuto
20 milioni le immagini hostate ogni minuto su Capture One Live
25% dei dispositivi connessi per acquisire in tethering sono mobile
1000 le maschere generate ogni minuto
100 i look riprodotti ogni minuto
C’è anche una cosa molto curiosa che hanno detto e che mi ha fatto pensare “sono dei fighi!”. In Capture One esiste un team chiamato “10X” che ha l’obiettivo di velocizzare di 10 volte il flusso di lavoro ad ogni release. Personalmente dubito sia possibile in ogni situazione, ma questo è il loro obiettivo, e il loro lavoro si è già visto in passato quando la creazione delle maschere è diventata molto più veloce e ancora di più si vede in questa versione appena rilasciata.
Cosa c’è di nuovo
Parliamo ora delle due novità: gestione delle cartelle della sessione e nuovo pannello “Ritocco”.
Se prima eravamo legati alla struttura base di una sessione, ovvero alle cartelle Capture, Select, Output e se volevamo suddividere i file in cartelle diverse bisognava passare per i “preferiti di sessione” ora all’interno della cartella della sessione possiamo fare praticamente quello che vogliamo con la massima libertà. Sembra una cosa da poco ma in realtà nel flusso di lavoro cambia tutto!
Inoltre possiamo creare la struttura con cartelle e sotto cartelle già nel momento della creazione della sessione, anche in modo automatizzato per chi ha la licenza Capture One Studio.
Il nuovo pannello “Ritocca i volti” invece è la novità più “wow” anche se non è una novità assoluta, nel senso che ci sono già diversi software, servizi online e plug-in per Photoshop che fanno le stesse cose. Stiamo parlando di ritocco della pelle del volto, un ritocco “beauty” per capirci. Ma c’è un ma… Averlo integrato in Capture One è una bella comodità, di fatto lo stiamo già pagando quindi non serve pagare per altri servizi e la cosa secondo me più assurda è la velocità con cui viene eseguito: poco più di 5 secondi (su un MacBook M1 Pro) per elaborare 50 ritratti in RAW da 50 Megapixel l’uno. Per fare una postproduzione simile tramite un plugin per Photoshop servono circa 15-20 secondi a immagine, giusto per fare un confronto.
Come spesso accade Capture One “arriva dopo” ma quando lo fa, lo fa bene. Ho fatto vari test e devo dire che i risultati sono davvero molto validi. Solo in un caso dove la persona aveva una mano appoggiata al mento ed era di profilo con i capelli che coprivano parzialmente il volto (caso un po’ estremo) Capture One non è stato in grado di riconoscere il viso, per il resto l’individuazione del volto è precisa e i risultati del ritocco restituiscono un risultato naturale e non artefatto come mi è successo di vedere in molti software o servizi simili. Ovviamente i vari slider vanno dosati con cura, esagerare può portare a un’immagine troppo “lavorata”, ma in ogni caso non ho visto “smarmellamenti” (come piace dire a molti) della texture.
Per tanti fotografi l’arrivo dell’AI è comunque vista come una cosa che destabilizza e da cui stare alla larga anche se effettivamente come in questo caso può fare risparmiare tanto tempo. L’approccio utilizzato in Capture One è stato spiegato ufficialmente ed è molto semplice: questo pannello per il ritocco fa uso di modelli AI per riconoscere i volti, le varie parti che li compongono (occhi, iride, bocca, naso, ecc…) e le varie parti di intervento come le macchie e le imperfezioni. Il ritocco vero e proprio invece è fatto tramite le classiche tecniche di ritocco come la separazione delle frequenze e il dodge & burn. Di fatto viene automatizzato il processo che farebbe un postproduttore ma non viene generata o applicata alcuna porzione di immagine. Alcuni software generano tramite AI porzioni di pelle o dettagli per “migliorare” il risultato ma snaturano l’immagine. Tutto questo non avviene in Capture One. Inoltre i modelli AI utilizzati girano in locale, nessuna informazione viene inviata all’esterno su server o servizi terzi, e nessuna immagine viene utilizzata per allenare questi algoritmi.
Gli aspetti su cui possiamo intervenire sono: macchie, occhiaie, uniformità della pelle, trama della pelle e la “contornatura” (traduzione che mi lascia molto perplesso) ovvero un dodge e burn globale. Già intervenire sulle macchie e dare un minimo di dodge e burn al volume del volto come nell’esempio qui sopra è tanta roba considerando che il processo è velocissimo e “sicuro” nel senso che abbiamo la certezza che non vengono ricreate parti che potrebbero rovinare l’immagine. Questa cosa è importantissima perché se impieghiamo una manciata di secondi per impostare i vari valori di intervento (processo che se dovessimo fare a mano potrebbe occuparci 5-20 min a foto in base alla situazione) possiamo poi copiarlo e incollarlo su tutte le altre immagini del nostro shooting in tempo zero. In contesti di scatto come lookbook, ecommerce o simili dove ci troviamo a lavorare decine o centinaia di foto il risparmio di tempo che ci offre questo strumento è enorme. Addirittura possiamo pensare di applicarlo man mano che scattiamo, facendo vedere al cliente in real-time delle immagini già lavorate per quanto riguarda la pulizia del volto.
Soffermarsi al volto è un limite che è stato sollevato da molti, ma Capture One ha affermato che stanno già sviluppando la parte di ritocco pelle in tutto il corpo e che sarà rilasciata in un prossimo aggiornamento. Spero che dopo questo passaggio aggiungano anche la pulizia del fondale, sarebbe veramente utile!
Implicazioni future
Come dicevo il ritocco pelle è una cosa che c’è già da molto tempo con software esterni, alcuni si spingono tanto oltre con fluidificazioni e interventi pesanti che sinceramente ho testato per curiosità ma che in pochissimi casi mi hanno convinto specialmente in un workflow professionale. Qui invece le cose cambiano essendo Capture One il software per eccellenza usato dai professionisti per le acquisizioni e lo sviluppo dei RAW; uno strumento che i fotografi già conoscono e che possono integrare questo ritocco da subito senza alcuna conoscenza particolare. È un ritocco base, non è di certo un ritocco “beauty” di alto livello fatto da un postproduttore professionista. Su questo non ci sono dubbi e voglio essere molto chiaro. Se parliamo di ritocco per immagini ADV, di cosmetica, gioielli ecc, nella maggior parte dei casi per esperienza posso dire che non basta per accontentare il cliente però può essere una buona base di partenza. In altri casi invece dove l’output non è di grande formato ma si limita a ecommerce, sito, social o stampe di lookbook in molti casi una lavorazione di pulizia di questo tipo può bastare. E su questo fatto dobbiamo essere oggettivi e analizzare bene le implicazioni che vedremo già da oggi e nel prossimo futuro.
Per i fotografi fare una “lavorazione base della pelle” sarà praticamente lo standard, lo faranno tutti, abbiamo visto che non servono più competenze particolari e la velocità di applicazione è praticamente zero (parlo delle risorse utilizzate e del tempo macchina per farlo). Tradotto in termini pratici: mettere in preventivo una voce pesante per la pulizia pelle o ritocco di base (eliminazione degli inestetismi, uniformità del colore della pelle) non si potrà più fare. La nuova base di partenza ora è questa.
Per i ritoccatori sarà la stessa cosa, ma c’è anche un altro aspetto da mettere in conto. Se da una parte questi strumenti ci aiutano di molto nelle lavorazioni base, dobbiamo vedere anche il lato della medaglia dove per molti questi lavori di “pulizia base” fatti su molte immagini di fatto sono quei lavori ripetitivi nel tempo e, passatemi il termine, noiosi che però pagano le bollette. Questo, per una fetta più o meno importante dei ritoccatori in base al loro settore di riferimento, può impattare negativamente nel loro business. Senza girarci tanto intorno lo sappiamo tutti che i budget sono sempre ridotti, i tempi stretti e spesso per un output digital una lavorazione mediocre è già sufficiente per il cliente. Specialmente quando ci troviamo in situazioni come queste dove una lavorazione base ha un costo praticamente zero, invece una lavorazione leggermente più curata dove l’automatismo non basta e quindi si paga il tempo e l’esperienza di un professionista ha un costo in confronto troppo alto. Confrontare un qualsiasi costo con zero capite bene che è assurdo. Molte volte messo davanti a questa scelta il cliente si accontenta. Come dico spesso “l’abbastanza basta e avanza per molti”.
Per tornare al titolo di questo articolo “Fotografia senza fotografi?” mi sento di dire che in un mondo dove l’innovazione corre verso soluzioni che promettono di “fare tutto da sole”, è fondamentale ricordare che il vero valore sta negli strumenti che mettono la nostra visione al centro. La qualità non si misura in un click, l’efficienza non nasce da scorciatoie e la collaborazione non si riduce a un algoritmo: servono workflow pensati per sostenere la creatività, non per sostituirla. E su questo sembra che in Capture One abbiano le idee chiare.
Ehi, prima di salutarci...
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